Questo blog l’ho voluto per parlare di cibi di vini ma anche
di storie. E ci sono esperienze che devono maturare un po’ prima di essere
raccontate. Come un buon barolo. 17 maggio 2015 un vecchio amico giornalista,
Filippo Larganà, mi invita a una degustazione verticale di Barolo. In una
gionata piena di sole mi dà appuntamento alla Casina Bruni, in quel di
Serralunga d’Alba. Poco dopo arriva un’altra cara amica, giornalista, che non
vedevo da tempo, Paola Gula. Siamo in terra di Barolo e l’azienda che ci ospita
ha una storia centenaria che si intreccia con la storia del nostro Paese. A raccontarla
il nostro ospite e padrone di casa Cristiano Veglio. Era la fine 1800 e da pochi
decenni l’Italia era nazione, iI Veglio già lavorano le terre che il re
Vittorio Emanuele II ha donato alla sua sposa morganatica, Rosa Vercellana, la
Bèla Rosin, e ai suoi figli e nipoti. Dagli eredi del re i Veglio acquistano
una tenuta, Cascina Bruni. Casa patronale sullo stradone e vigne abbarbicate
sulle colline. Prima la famiglia è impegnata nell’allevamento di bovini di
razza e nella ricerca dei tartufi e oltre alla coltivazione di pregiati vigneti di nebbiolo che si trovano
proprio nel centro dell’area più classica della produzione del Barolo. I
grappoli di nebbiolo li vendono alla cantina di Fontanafredda, a due passi
dalla loro cascina. Giuseppe Veglio, il
capostipite, un giorno guarda quella
distesa di vigneti e decide: «Da ora faremo noi il nostro Barolo». È
un’intuizione che avrà successo e porterà i vini Veglio ad essere esportati non
solo in Italia, ma in tutti i continenti. L’opera viene continuata dalla
generazioni successive e continuata oggi da Cristiano, esponente della sesta
generazione, che con il fratello Fulvio e il padre Giuseppe, conduce Cascina
Bruni, 12 ettari di vigneto, soprattutto nebbiolo da Barolo, con la tradizione
nel cuore e il futuro nello sguardo. Il barolo del terzo millennio dei Veglio
porta infatti anche la creatività e l’esperienza di uno dei più famosi wine makers italiani, Riccardo
Cotarella che per il sui debutto nel mondo del Barolo ha scelto proprio Cascina
Bruni. Prima della degustazione Cristiano ci porta nei
vigneti, dove abbiamo modo di apprezzare la cura delle coltivazioni da cui si
ottiene sempre una produzione limitata, solo i grappoli migliori. Poi ci
spostiamo nelle cantine, in particolare quella originaria dove riposano preziose annate di Barolo. Il luogo e i ricordi ci
trasmettono un’emozione profonda. L’emozione si rafforza al tavolo di assaggio
dove ci apprestiamo a degustare preziose bottiglie di barolo delle seguente
annate: 2011, l’ultimo nato, 2009, 2007, 1997, 1995. Il 2011 promette bene,
note di lampone e di spezie, di cuoio e di legno, colore pulito, discreta
persistenza. Il 2009 e il 2007, sono vini complessi, le spezie attenuate, si avviano
al loro punto di migliore maturazione. Il 1997 è un barolo completo, elegante,
persistente, comme il faut, direbbero i cugini francesi. La vera sorpresa però
è il 1995, un vino elegante complesso ma ancora non completamente espresso. Ed è un’emozione bellissima, forte, che supera
le papille e arriva al cuore: un vino che ha vent’anni e ancora che ha cose da
raccontare. Come la storia. Come Cascina Bruni.
Cristiano Veglio con le sue bottiglie e con lo stemma di famiglia |
Cascina Bruni
Loc. Bruni, 6
12050 Serralunga d'Alba (CN)
Tel. e Fax 0173.613208
www.cascinabruni.it
bruni@cascinabruni.it
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